Descrizione
Questo gioco è pensato per creare connessioni più profonde con le persone che ti circondano. Tre livelli di domande per accendere conversazioni che non avresti mai pensato di poter avere.
• dove vuoi
• con perfetti sconosciuti
• con chi conosci da sempre
Passeggiando per le strade di Firenze, è facile imbattersi in uno stencil di Laben titolato Solitudine contemporanea, che ritrae un bambino intento a giocare con il telefono. Questa immagine descrive un fenomeno che, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, ha visto l’aggravarsi di problematiche legate alla salute mentale e alle difficolta relazionali, soprattutto tra i più giovani. A confermarlo ci sono i dati: il 12-13% degli italiani di età pari o superiore ai 16 anni dichiara di non avere nessuno con cui condividere i propri problemi, una percentuale significativamente più alta rispetto al resto d’Europa, dove si attesta solo al 6% (dati Eurostat 2023). Una parte del problema risiede sicuramente nella difficoltà di utilizzare la tecnologia in modo consapevole nelle nostre interazioni con altre persone e nella rappresentazione di noi stessi: ci disabituiamo ai rapporti umani non-mediati che diventano sempre più complessi.
La sfida di costruire relazioni significative nel mondo contemporaneo è quindi sempre più difficile, e la solitudine rimane una realtà con cui molti di noi devono confrontarsi. Su queste basi è nato il gioco di carte Io sono te, ideato nel 2020 da Nicolò Vigiak, come sfida alla superficialità e alla paura della diversità, mirando ad una riconnessione umana empatica.
L’idea è nata per caso una sera, mentre Nicolò giocava con suo padre al famoso “questionario di Proust”, un’attività che consiste in una serie di domande personali per approfondire la conoscenza reciproca, in voga dalla fine del XIX secolo. Ne è scaturita poi una start-up, avviata insieme all’imprenditore Federico Chiorino, e la pubblicazione del progetto sulla piattaforma e-commerce, consentendo in questo modo di testare l’idea,